Famiglia: comunità sante

Anniversario di Mons. Pietro Marigini

A 35 anni dalla salita in cielo di Mons. Pietro Margini, il movimento Familiaris Consortio e la nostra parrocchia celebrano il suo fondatore.

Ieri, nel salone dedicato proprio a Don Pietro Margini, Don Luca Ferrari, ha tenuto una bellissima conversazione.

Partendo dal suo testamento spirituale lasciato alla comunità parrocchiale e alle comunità di famiglie, don Pietro Margini scriveva: “Voglio passare il mio Paradiso a fare del bene con voi”. Quando morì la mattina dell’8 gennaio 1990 le già nutrite comunità di famiglie nate dal suo carisma nei comuni di Sant’Ilario d’Enza e Correggio, non avevano ancora chiaro che cosa volesse dire quella strana profezia.

 

Ma oggi, a 35 anni dalla sua nascita al cielo si può dire che i frutti di quella lunga semina compiuta nel nascondimento di una parrocchia così periferica siano chiari e soprattutto patrimonio di tutta la Chiesa universale.

Così è stato e il movimento che oggi si ispira alla sua azione instancabile di sacerdote cristocentrico ed eucaristico è una delle realtà del cattolicesimo italiano più vivaci e da guardare con qualche cosa in più del semplice interesse. Si chiama Familiaris Consortio e prende il nome dall’esortazione apostolica di San Giovanni Paolo II Papa che ha rimesso la famiglia cristiana al centro della scena ecclesiale e laicale. Perché tutto nella vita di don Pietro è stato fatto per affermare la famiglia come luogo ordinario, ma privilegiato, in cui cercare la santità. Famiglie unite a Cristo, famiglie amiche e vicine, famiglie che condividono il bene della fede nella quotidianità, famiglie che si mettono insieme per rispondere a quell’emergenza educativa Già da allora aveva intuito, dice don Luca, la crisi odierna del matrimonio e correndovi ai ripari. “Perché le famiglie sante salveranno la Chiesa”.

Fu una decisione che provocò scandalo in Diocesi, ma don Pietro continuò nella fedeltà al suo ministero e alla sua Diocesi, convinto com’era che “come i monaci salvarono l’Occidente cristiano, le famiglie sante salveranno la Chiesa dei nostri tempi.

Oggi che il movimento Familiaris Consortio è cresciuto: un movimento giovani, scuole famigliari e una comunità sacerdotale che, tra preti, diaconi e seminaristi, costituisce una delle principali fucine del clero diocesano, soltanto oggi si può capire che cosa intendesse don Pietro nel voler passare il suo Paradiso “a fare del bene con voi”.

Il suo lascito spirituale più attuale è stato analizzato ieri sera da don Luca Ferrari, la cui vocazione sacerdotale è maturata proprio sotto la direzione di don Margini e che nel suo ruolo di fondatore della comunità sacerdotale ha tratteggiato la sua visione della Chiesa e del mondo dalla quale si intravede una straordinaria capacità di aver anticipato i tempi correndovi al riparo.

“Don Pietro ha scommesso sulla modernità di un uomo che riconosce la santità della sua chiamata, e la fonda non nella sua passiva adesione, ma nel dialogo di amore con Dio creatore e Signore della storia”, prosegue don Luca.

Quella di don Pietro è stata una pedagogia dell’educazione all’amore che esaltava “l’accoglienza e la cura della vita di grazia, la valorizzazione della preghiera, della purezza del cuore e della fedeltà”.

“Ai genitori ha proposto di crescere i figli con energia, per educarli all’amore di Dio e dei fratelli “spinto fino al sacrificio di sé”. Se c’è un richiamo che appare oggi controcorrente nella cultura occidentale – prosegue don Luca, è proprio questo: una educazione esigente. Ma su questo appello siamo invitati a misurarci. Diceva: “La vita non è un gioco per qualcuno e una tragedia per altri. È una responsabilità per tutti”.

La nascita delle comunità di famiglie, che vivono vicine, anche se questa vicinanza oggi non è più intesa in modalità esclusivamente geografiche, “ci fa testimoniare la bellezza di vivere in comunità, in risposta alla profonda e desolante solitudine che inghiottisce tante promesse di libertà e indipendenza”.

Così oggi “nel Movimento, nato dal suo cuore ed accompagnato con una straordinaria benedizione in questi anni, ancora tanti sposi possono trovare un modo cristiano di vivere ed annunciare il vangelo della famiglia, e a tanti giovani è offerto un cammino di educazione al dono di sé nell’amore, anche attraverso la memoria viva di questo santo sacerdote”.

La nostra comunità ne è testimonianza, nati 10 anni fa, inizialmente poche famiglie, curiose di capire e di vivere e condividere il vangelo, adesso siamo in tante tutte in cammino. Ci auguriamo che le nuove famiglie crescano e testimonino la bellezza di vivere in comunità

 

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